Mark L. Miller
06 ottobre 2021
Si è concluso lo scorso 4 settembre, l’ultimo Detox Day Camp del nostro progetto “Ri-Generazione Detox in Piana” sostenuto dal Piano Giovani di Zona della Piana Rotaliana – Königsberg.
Tramite tre campi diurni in tre comuni della Piana Rotaliana (TN), il progetto ha visto l’alternarsi di giochi di orientamento ed esperienze sensoriali, laboratori di educazione e dieta digitale, un corso di yoga antistress e un aperitivo letterario con un “fuggitivo digitale”; ha unito vecchie e nuove generazioni in un percorso teatrale di scambio di conoscenza analogica-digitale e ha gettato le basi teoriche dell’intelligenza emotiva e alcune tecniche, quali la mindfulness, di difesa contro le dipendenze digitali.
I tre campi hanno avuto luogo il 24 luglio sul Monte di Mezzocorona, il 21 agosto in Località ai Piani di Mezzolombardo e il 4 settembre presso la località Masetto di Faedo, coinvolgendo 27 giovani e cinque anziani dell’APSP “San Giovanni” di Mezzolombardo. La scelta di tali località era volutamente finalizzata ad incentivare la riappropriazione di spazi naturali periurbani, lo svolgimento di attività dinamiche all’aperto, la riaccensione del desiderio di esplorare il territorio circostante e conseguentemente la cura del bene comune. Difatti, “Ri-generazione Detox in Piana” ha voluto sviluppare un’esperienza di Detox Digitale utilizzando spazi aperti, fuori dagli edifici scolastici e lontano da schermi e lavagne interattive. In un’ottica di continuità con i percorsi educativi relativi ai rischi online tenute dai comandi di polizia locali nelle scuole superiori, il progetto ha scelto di affrontare il problema delle dipendenze digitali nei giovani tramite metodi didattici innovativi ed efficaci, quali laboratori interattivi e forme di arte performativa.
I casi di dipendenza digitale sono aumentati negli ultimi due anni perché la convivenza col virus ha costretto la collettività a rimanere in casa per lunghi periodi e ha mutato, talvolta permanentemente, le abitudini sociali delle persone. Dobbiamo tornare ad uscire ed esplorare (in sicurezza) tanti spazi pubblici del nostro comune, specialmente quelli naturali periurbani. Le nostre gare di Geocaching, una sorte di caccia al tesoro moderna che utilizza “tesori” georeferenziati, lo permettono perché aiutano a riscoprire l’ambiente naturale circostante e sensibilizzano i giocatori verso l’appartenenza al proprio territorio. In più, le esperienze sensoriali proposte dall’attività “Il Ministero della Natura” di Francesco Piazza hanno permesso ai partecipanti non solo di riappropriarsi del proprio territorio ma di immergersi corporalmente nella sfera ambientale per ripristinare quella connessione con la natura che la vita moderna ha degradato. Sulla stessa linea d’onda, il corso yoga antistress di Melissa Scommegna ha aiutato i partecipanti a ritrovare quel benessere psico-fisico spesso messo a dura prova dai ritmi del mondo digitale iperconnesso. Riflettendo, i nostri campi Detox promuovono uno stile di vita offline basato su attività all’aria aperta, che ben si integra con lo stile richiesto a gran voce da chi proclama una maggiore sostenibilità ambientale nella vita di tutti i giorni.
Il concetto di sostenibilità, fondato sull’equità intergenerazionale di disposizione di capitale, ricade nel progetto “Ri-generazione Detox in Piana” anche dal punto di vista sociale perché finalizzato alla lotta contro le dipendenze digitali nelle generazioni di oggi e anche di domani. Nell’era post-Covid19 la società diventerà sempre più digitalizzata e occorrerà pianificare e applicare buone pratiche sociali per contrastare le dipendenze digitali e dare sostegno a chi già sarà dipendente. Per favorire la creazione di una comunità più resistente e resiliente rispetto alle dipendenze digitali e dunque più duratura e sostenibile, “Ri-generazione Detox in Piana” ha voluto utilizzare il sussidio del passato. Solo conoscendo i valori e le tradizioni analogiche del passato si possono pianificare le buone abitudini analogiche e digitali del futuro. Grazie ai laboratori teatrali di Jennifer Miller e le storie raccontate dagli anziani dell’APSP “San Giovanni” di Mezzolombardo, i partecipanti si sono interrogati sull’utilità delle tecnologie digitali nel passato, presente e futuro, sviluppando in prima persona la fase di realizzazione e di ideazione dei laboratori. Nella fattispecie, le interviste svolte agli ospiti dell’APSP “San Giovanni” di Mezzolombardo sono state preparate nel primo Detox Day Camp di Mezzocorona, quindi riprese nel secondo Day Camp di Mezzolombardo e infine analizzate nell’ultimo Camp di Faedo. Il percorso teatrale è stato documentato tramite una videoripresa che verrà pubblicato a breve sulle piattaforme digitali dell’Associazione “Alla Ribalta”, A.P.S., e del “GreenMarked Team”.
Laboratorio teatrale durante il terzo campo Detox svolto presso il Bici Grill di Faedo (Autore, 04 settembre 2021)
Affrontare il problema dell’iper-connessione e delle dipendenze digitali nelle generazioni di oggi e domani è dunque un obbligo improrogabile delle comunità del mondo moderno. Dal punto di vista psicologico, la dipendenza da social media è equivalente alla dipendenza da alcool. Lasceresti mai tuo figlio/a, nipote, fratellino o sorellina più piccola girare con una bottiglia di vino in tasca? No. Proprio per questo le comunità e le famiglie hanno il dovere di dare ai giovani un’educazione d’igiene digitale prima di fornire loro un qualunque device con connessione internet.
L’analogia tra gli effetti dell’alcool e dei social media calza perfettamente il contesto della Piana Rotaliana, dove il progetto è stato sviluppato e dove il vino è principalmente un indicatore di cultura agricola e gastronomica piuttosto che di alcolismo. Per raggiungere questo traguardo, le amministrazioni della Piana Rotaliana, le proloco e le cooperative vitivinicole hanno investito, negli anni, significative quantità di tempo e capitale per promuovere politiche atte al radicamento di una buona cultura vitivinicola sul territorio. Similmente, il progetto “Ri-generazione Detox in Piana” vuole fornire spunti per iniziare un processo di educazione verso una buona cultura digitale in Trentino e nella Piana Rotaliana, in cui i giovani d’oggi possano raggiungere una relazione sana, consapevole e proficua con i social media, anziché di dipendenza. Una cultura digitale in cui i “nativi digitali” della Piana Rotaliana possano essere buoni utenti e cittadini sui social media piuttosto che schiavi degli algoritmi e delle male-abitudini che essi comportano.
Non per nulla, le buone e cattive abitudini digitali sono state il focus del laboratorio “Una dieta digitale” di Laura Endrighi, avvenuto durante il secondo campo diurno a Mezzolombardo. Durante il laboratorio si è riflettuto sul parallelismo tra dipendenza alimentare e dipendenza digitale, analizzando, grazie ad attività manuali e interattive, le similitudini e le differenze tra i due tipi di dipendenza e le dinamiche psicologiche alla loro base.
Rimanendo in ambito alimentare, durante il terzo Day Camp presso il Bici-Grill di Faedo è stato organizzato un aperitivo letterario con Francesco Gubert, un “fuggitivo digitale” che ha lasciato il suo lavoro da ricercatore per diventare prima casaro e poi consulente tecnico per malghe e divulgatore della cultura dell’alpeggio e relativa ai prodotti lattiero-caseari di montagna. L’intervista a Francesco sul suo libro “Novanta giorni, diario di una stagione in alpeggio” seguita da una degustazione di formaggio di malga, hanno stimolato i partecipanti a interrogarsi sulla necessità di ricercare un equilibrio tra analogico e digitale sul posto di lavoro e a scuola, sull’importanza di separare la vita professionale da quella privata anche dentro le piattaforme digitali, sull’utilità di trasmettere cultura agro-gastronomica sia offline che online, sul valore di chiedersi continuamente se il proprio lavoro, esercitato in maniera digitale o analogica, ci aiuti davvero a mantenere un sano livello di benessere mentale ed emotivo.
L’intelligenza emotiva è stata un’altra importante tematica trattata dal progetto. Da sempre surclassata dall’intelligenza cognitiva (“IQ”), l’intelligenza emotiva (“EQ”) ha finalmente iniziato a ricevere più rilevanza mediatica e attenzione da parte delle imprese. D’altronde, alcuni studi scientifici hanno affermato che chi detiene un buon livello d’intelligenza emotiva ha statisticamente più probabilità di fare carriera, raggiungere successo e vivere una vita gratificante. Il laboratorio di Riccardo Codevilla sull’intelligenza emotiva e la mindfulness durante il primo Day Camp sul Monte di Mezzocorona si è incentrato sul senso di connessione e disconnessione, sull’ansia, sulla motivazione e la concentrazione: tutti argomenti che ci toccano direttamente quando sfogliamo distrattamente le pagine web o saltiamo da un post all’altro sui social media. Perché ci comportiamo così? Sono forse gli algoritmi alla base di queste piattaforme digitali che vogliono che ci comportiamo in tale maniera? Grazie ai laboratori Detox di Riccardo i partecipanti del progetto hanno appreso le basi dell’intelligenza emotiva e alcune tecniche di difesa dalle dipendenze digitali.
In generale, tutte le attività Detox inserite nel progetto “Ri-Generazione Detox in Piana” ambiscono a promuovere un ambiente libero da distrazioni e dipendenze socialmediatiche, favorevole alla socialità all’aria aperta, alla concentrazione e al ragionamento profondo. Certamente le tre giornate Detox del progetto sono state in grado di promuovere tale ambiente ma sono rimaste “bolle isolate”, realtà separate dalla normalità. È dunque forte per molti la tentazione di ritornare alla “normalità” o, nei più volenterosi, di cedere alla “normalità” incalzante e martellante. In futuro, i campi e le esperienze Detox devono tentare di entrare nella normalità, aiutando in maniera continua le comunità a costruire un presente e un futuro in cui le sempre più onnipresenti tecnologie digitali trovino un sano equilibrio con la realtà offline e la mente analogica delle persone.